Nessuna benedizione ai matrimoni gay : il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede riafferma il valore irrinunciabile della famiglia tradizionale.
Scriveva EMIDDIO NOVI mai abbastanza compianto e ricordato per le sue profondissime ed ineguagliabili analisi sociologiche, politiche, culturali ed economiche, che invece di abolire le abissali differenze economiche, i nuovi teorici della sinistra, smarrita dopo aver perso come punti di riferimento Marx, Lenin e Gramsci, vogliono abolire quelle sessuali.
La sinistra è caduta nella gigantesca trappola della lobbie gay, potentissima ben oltre la massoneria ed altri poteri quanto depistante, che al servizio della grande finanza si è smarrita tra Gay Pride e matrimoni gay, come se fossero questi i problemi dell’umanità e non invece di una estrema minoranza di borghesi ricchi, colti, che vivono in gran parte nelle grandi aree metropolitane e che vogliono coltivare i propri gusti e tendenze sessuali imponendo la loro “normalità” a tutti gli altri uomini e donne.
Tim Cook, scriveva sempre Novi ,amministratore delegato della Apple, esclama: “sono gay, un dono di Dio”.
La superbanca Goldman Sachs finanzia la campagna mondiale per il matrimonio gay dalla sua posizione di direzione strategica della criminalità finanziaria mondialista e trascina dietro, in questo suo impegno, multinazionali come Apple, Google, Facebook, Amazon.
Tutte la società occidentali son state invase e pervase dalla pseudo cultura LGBT che attraverso la sinistra mondiale ha elaborato ed imposto, dove ha potuto, addirittura leggi per i matrimoni fra persone dello stesso sesso, avallando mostruosità come le adozioni da parte di coppie gay o addirittura nascite con uteri in affitto (vedi Vendola), non tralasciando reati tipo quello di “omofobia” che giunge a prevedere condanne per aver espresso un’opinione, sino, ancora “ all’educazione sessuale LGBT”. E ciò vale anche in Italia, in taluni istituti, per spiegare che non si nasce con un sesso determinato e che se ci “si sente” diversamente da ciò che fisicamente “appare”, esistono, a tale scopo, terapie ormonali ed interventi chirurgici che “correggono” le “storture” di madre natura. Anche la Chiesa è stata “infiltrata dalla lobbie gay, soprattutto nelle sue aree “progressiste. Vale la pena tuttavia di rammentare che la Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1986, a firma dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, affermava:
«Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata»
Negli ultimi decenni tuttavia il clero cosiddetto progressista ad opera innanzitutto dei vescovi tedeschi si era molto spinto nel sollecitare la benedizione per quel tipo di unioni. La netta e decisa posizione dell’altro ieri da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede ( già Santo Uffizio), che ha negato la benedizione ai “matrimoni” omosessuali, costituisce una clamorosa smentita di ciò che nella Chiesa di Bergoglio sembrava ormai inevitabile. Cosa sia accaduto dietro il Portone di Bronzo non trapela che in maniera ovattata, curiale. Ma questa volta lo scontro in atto in Santa Romana Chiesa è stato durissimo al punto che il Pontefice argentino è stato costretto, probabilmente di cattivo grado, a cedere su di una questione fortemente identitaria ritenuta, giustamente, irrinunciabile, avallando la presa di posizione della Congregazione. Si è trattato di un evento di straordinaria importanza che, dopo anni di deriva progressista e di sinistra, riafferma il valore fondamentale del matrimonio e della famiglia che nasce con uomo ed una donna.
Non prevalebunt !
CAMPO SUD QUOTIDIANO, A MARGINE DELL’ARTICOLO DI BRUNO ESPOSITO, RITIENE FONDAMENTALE, OLTRE CHE OPPORTUNO AI FINI DELLA COMPLETEZZA DELL’INFORMAZIONE SU UN TEMA DI COSI’ SCOTTANTE ATTUALITA’ E RILEVANZA SOCIALE E RELIGIOSA, DI PUBBLICARE INTEGRALMENTE IL “RESPONSUM” DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE AL “DUBIUM” SOLLEVATO ALL’ATTENZIONE DELL’ALTO DICASTERO ECCLESIASTICO, IN ORDINE ALLA BENEDIZIONE DELLE UNIONI DI PERSONE DELLO STESSO SESSO :
Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium
circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso
AL QUESITO PROPOSTO:
La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?
SI RISPONDE:
Negativamente.
Nota esplicativa
In alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso. Non di rado, tali progetti sono motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali, alle quali si propongono cammini di crescita nella fede, «affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita»[1].
In tali cammini, l’ascolto della parola di Dio, la preghiera, la partecipazione alle azioni liturgiche ecclesiali e l’esercizio della carità possono ricoprire un ruolo importante al fine di sostenere l’impegno di leggere la propria storia e di aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale, perché «Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa»[2], rifiutando ogni ingiusta discriminazione.
Tra le azioni liturgiche della Chiesa rivestono una singolare importanza i sacramentali, «segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie situazioni della vita»[3]. Il Catechismo della Chiesa Cattolica specifica, poi, che «i sacramentali non conferiscono la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con essa» (n. 1670).
Al genere dei sacramentali appartengono le benedizioni, con le quali la Chiesa «chiama gli uomini a lodare Dio, li invita a chiedere la sua protezione, li esorta a meritare, con la santità della vita, la sua misericordia»[4]. Esse, inoltre, «istituite in certo qual modo a imitazione dei sacramenti, si riportano sempre e principalmente a effetti spirituali, che ottengono per impetrazione della Chiesa»[5].
Di conseguenza, per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni.
Per tale motivo, non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso[6]. La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore.
Inoltre, poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale[7], invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del Matrimonio, dato che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»[8].
La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, un’ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all’essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende.
La comunità cristiana e i Pastori sono chiamati ad accogliere con rispetto e delicatezza le persone con inclinazione omosessuale, e sapranno trovare le modalità più adeguate, coerenti con l’insegnamento ecclesiale, per annunciare il Vangelo nella sua pienezza. Queste, nello stesso tempo, riconoscano la sincera vicinanza della Chiesa – che prega per loro, li accompagna, condivide il loro cammino di fede cristiana[9] – e ne accolgano con sincera disponibilità gli insegnamenti.
La risposta al dubium proposto non esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale[10], le quali manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale, ma dichiara illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni. In questo caso, infatti, la benedizione manifesterebbe l’intenzione non di affidare alla protezione e all’aiuto di Dio alcune singole persone, nel senso di cui sopra, ma di approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio[11].