Quest’anno il regalo di Natale più bello lo ha fatto Napoli. Ancora una volta Napoli non si è fermata e la notte della Vigilia di Natale non ha obbedito a schizofrenici dpcm, non si è fatta piegare da raccomandazioni istituzionali tanto illogiche quanto inutili.
La notte scorsa i pescivendoli sono stati aperti come di consueto, i chianchieri hanno continuato ad approntare tutto ciò che va messo in tavola per il Santo Giorno e i verdummari non hanno smesso di preparare tutto ciò che fa da contorno.
Non è un’ode men che meno un elogio del consumismo più becero, proprio quest’anno che tante persone, grazie alle genialate di questo assurdo governo di fortuna previo consulto di un comitato di geni, non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, ma è una difesa della tradizione, di ciò che siamo stati e di ciò che vogliamo continuare ad essere.
E se parli di tradizione natalizia, dove tutto, anche un miracolo, può accadere se non Napoli che è la città dell’eterno Natale?
Perché se ancora non è chiaro il virus è tornato a colpire in maniera insistente, almeno a detta dei canali ufficiali visto che numeri dicono tutt’altro e persino l’esatto contrario, proprio nel periodo di Natale perché Natale è la festa della famiglia, a Natale si riuniscono i propri cari. Sia di chi crede che di
chi non crede.
Per cui questo virus, intelligente e sfollagente, che riesce ad alternare giorni, ore e fasce zonali colorate, pasticciate, accese ad intermittenza fino a rendere tutto “UNITED COLOR” per dirla con i tentativi fuorvianti del linguaggio della perfida Albione tanto cara al Conte di Volturara Appula, che arma 70mila soldati pronti, proni e ubbidienti al nuovo Erode, sa che deve colpire la tradizione, sa che deve colpire la Cristianità, sa che deve colpire la famiglia.
Così, anche nel periodo natalizio, non fa notizia per non fare indignazione e sgomento la Madonna che a Milano è stata trovata con la testa mozzata, la Madonna consegnataci con le mani mozzate e così non fanno notizia più gli attentati al Cristianesimo. È passato come un gesto formale, quasi normale, sotto silenzio. È la nuova normalità a cui vuole spingerci Qualcuno che predica così e vuole fare abbracciare a noi tutti questa croce.
Quel qualcuno che, dopo aver inneggiato a Pachamama, si è già portato avanti per il prossimo anno dedicandolo a San Giuseppe e alla paternità. Magari nel 2021 ci chiederà di elogiare “padre-provetta” o “padre-aborto” visto che già quest’anno, che potrebbe vedere le “dimissioni” di Bergoglio, si assiste all’elogio dell’inoculazione di cellule dei feti abortiti assurte a gloria di nuovo vaccino. Che è il nuovo dio, manco fosse quello dell’immortalità.
Ce lo vedete Sant’Antonio da Padova che abbracciava i lebbrosi mettersi in fila davanti al padiglione con la primula? E l’esempio dei martiri, che hanno versato il sangue per la Fede? Il sangue che è linfa vitale… che fine ha fatto nelle persone? Si può essere persone ed essere viventi senza sangue? Non a Napoli, dove hanno vita anche le pietre, dove ogni pietra è resa viva, da Pompei ed Ercolano ai muri del Bronx di San Giovanni e dei Quartieri Spagnoli. Dove la fede è viva in ogni angolo, dove ogni strada pullula di chiesa e di panari solidali, di caffè sospeso e di magnanimità, dove si (ri)vive persino dopo la morte in statuine dei presepi e nel culto della memoria, dove la tradizione si tramanda gelosamente di padre in figlio, dove ogni nonno è pezzo integrante della famiglia che è puzzle e può essere tale solo se presente, è memoria ancora attiva, è dove non esistono le RSA. Dove, in barba a ciò che ci propinano tuttologi di ogni ora e affaristi lucrosi persino sulla vita (e più sulla morte) delle persone ormai ridotti a meri consumatori di medicinali, ha dimostrato la vera realtà con la curva dei contagi che flette e l’indice di mortalità più bassa d’Italia i nuovi assembramenti – una volta punto di incontro e socialità – i festeggiamenti per la vittoria della Coppa Italia in estate e il dolore per la scomparsa di Maradona alle porte dell’inverno.
Allora facciamo nascere ancora Chi nasce ininterrottamente da 2020 anni e ha rivoluzionato il mondo, da dove, dopo 2495 ancora nasce e stupisce sempre. Per cui auguri di Natale, auguro di Na…poli a tutti!
Quest’anno Il regalo di Natale più bello lo ha fatto Napoli al suo popolo !
RELATED ARTICLES