L’Onorevole BRUNO ESPOSITO é stato Consigliere Provinciale di Napoli dal 1980 al 1995 e poi Consigliere Regionale della Campania nel ruolo di Presidente del Gruppo Consiliare.E’ stato anche l’ultimo Segretario della Federazione Provinciale del MSI partenopeo e quindi il primo Presidente Provinciale di Alleanza Nazionale. Per molti anni componente del Comitato Centrale del MSI e poi di Alleanza Nazionale. Con lo scioglimento del MSI e la nascita del PDL, Bruno Esposito é stato fondatore, con Francesco Storace, de “LA DESTRA” ricoprendo il ruolo di Responsabile della Organizzazione. E’ attualmente Presidente della Associazione politico-culturale dei VOLONTARI per L’ITALIA ed animatore di numerosi eventi ed iniziative per il riscatto della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia.
D: Napoli attualmente, dopo molti anni di assenza, può contare su numerosi suoi cittadini che ricoprono incarichi ministeriali ed istituzionali. Quali sono stati i risultati e quali le aspettative.
R: Napoli ha già conosciuto una forte presenza di esponenti politici di vari partiti, assurti alle maggiori cariche dello Stato ed al vertice degli stessi partiti di maggioranza, all’epoca della cosiddetta tangentopoli napoletana, che fu una stagione di enorme corruzione e di clientelismo, che ancora pesa sulla situazione politica, sociale ed economica della Città.
Oggi c’è di nuovo una forte presenza di napoletani nelle Istituzioni di ministri, sottosegretari, presidenti di organismi parlamentari di prima grandezza ed in ruoli decisivi nei partiti di governo, senza che nessuno di loro abbia contribuito, nè singolarmente, nè di concerto, ad una visione, ad un’idea di futuro, di sviluppo, di prospettiva, di progetto per Napoli e per la sua area metropolitana.
Il giudizio dunque è molto severo: anche qui i napoletani dovranno rivedere drasticamente le loro scelte a tutti livelli, se vorranno conoscere una nuova stagione di riscatto.
D: Quale Piano di Sviluppo ritiene sostenibile per Bagnoli, Area Portuale e Napoli Est.
R: Credo che la nuova amministrazione municipale debba assumere in prima persona, eliminando ogni società strumentale, fonte di inefficienza e di sprechi, il problema dello sviluppo dell’area di Bagnoli e dell’area portuale e di Napoli Est, le due grandi aree ove insistevano attività industriali dismesse che avrebbero dovuto e potuto rappresentare il futuro di Napoli e della città metropolitana grazie ad una loro importante ed incisiva riqualificazione.
Le amministrazioni di sinistra inette, incapaci e corrotte hanno sostanzialmente lasciato le aree dismesse dalle preesistenze industriali dilapidando ingenti risorse per il risanamento delle stesse ed evitando che si determinassero le condizioni di appetibilità per investimenti pubblici e privati.
In qualsiasi altro posto del mondo sarebbero accorsi capitali ingenti per valorizzare le aree e determinarne lo sviluppo. Ma per fare questo occorreva una classe dirigente lungimirante con un grande progetto (per NAPOLI CAPITALE dicemmo) grazie alla intelligente rilettura del territorio che, come sosteneva il compianto Antonio PARLATO, era esso stesso a dover dettare, forte delle sue vocazioni, il progetto stesso.
Occorreva mettere in campo le migliori energie intellettuali con un Concorso internazionale di idee che dopo oltre trent’anni è stato finalmente bandito da Invitalia e di cui si aspettano ancora i risultati.
Dal sito di Invitalia leggiamo che la prima fase del concorso si è conclusa il 7 gennaio 2020 con 36 candidature presentate da 160 grandi studi di architettura, 40 dei quali internazionali, specializzati nella progettazione di parchi urbani e di waterfront.
Alla seconda fase del concorso hanno avuto accesso le 20 migliori candidature selezionate sulla base delle esperienze accumulate nella realizzazione di progetti con analoghe caratteristiche. La seconda fase si è conclusa il 4 agosto 2020 con l’invio dei progetti che saranno valutati da una commissione composta da esperti indicati da Regione, Comune, MIBACT/Soprintendenza, Invitalia e Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia.
Mi auguro che questa possa essere la volta buona a patto che le prossime elezioni rappresentino finalmente un punto di svolta.
D: Come combattere nelle periferie emarginazione ed emergenza sociale.
R: Anche in questo caso occorre recuperare una visione di alto profilo: “mai più periferie in Napoli futura“ fu il tema di un’azione condotta in profondità negli anni 90 dalla destra napoletana con la creazione addirittura di una struttura che chiamammo “Alleanza periferie“ che rilanciò il tema della centralità di tutte le aree urbane con una nuova interconnessione ed un piano di risanamento urbanistico e di rottamazione e sostituzione dell’edilizia fatiscente, un piano che potesse accedere a risorse straordinarie, anche mediante l’approvazione di una legge speciale per Napoli , dedicata appunto alla ristrutturazione urbanistica della città di Napoli e della sua area metropolitana.
D: Come rilanciare e coordinare il ruolo della Città Metropolitana
R: Credo che si possa tranquillamente affermare che l’istituzione della città metropolitana è stata un gigantesco fallimento istituzionale: è servita solo ad eliminare la democrazia, la possibilità cioè dei cittadini di scegliere i rappresentanti in seno all’assemblea dell’Ente. Bisognerà rivedere l’istituto stesso per determinare le reali condizioni di gestione dell’area metropolitana. Oggi è solo un Ente che vive in un cono di ombra dove il clientelismo e la malapolitica costituiscono la modalità di governo delle risorse e di camera di compensazione consociativa con le cosiddette opposizioni.
D: Quale eredità De Magistris lascia alla città dopo 10 anni di governo.
R: Il sindaco de Magistris lascia un’eredità pesantissima di problemi irrisolti, con una situazione finanziaria disastrosa. Chiunque gli subentrerà dovrà per forza di cose sollecitare un intervento del Governo che possa consentire alla nuova amministrazione di ripartire da zero, diversamente la città di Napoli continuerà a sprofondare nel collasso di tutti i servizi pubblici nessuno escluso.
Ci vuole davvero grande coraggio per assumersi la responsabilità di candidarsi alla guida di una situazione così gravemente compromessa, ma Napoli non può morire, ha vissuto grandi tragedie nella sua trimillenaria storia e poi ce l’ha fatta, è risorta da guerre, pestilenze, terremoti devastanti.
Ce la farà anche questa volta con il concorso degli uomini e delle donne di buona volontà, che esistono e che devono avere la forza ed il coraggio di riprendere nelle mani il loro futuro e quello dei loro figli.