RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO LE RIFLESSIONI DEL GENERALE AJMONE GENZARDI, NOSTRO LETTORE ED UFFICIALE DI CAVALLERIA DELL’ESERCITO ITALIANO, EX COMANDANTE DELLA SCUOLA MILITARE NUNZIATELLA DI NAPOLI, IN ORDINE ALLA GUERRA IN CORSO IN MEDIO ORIENTE, AD UN ANNO DAL TERRIBILE ATTACCO PALESTINESE AL POPOLO INERME DELLE COLONIE ISRAELIANE.
LA REDAZIONE DI CAMPO SUD.
Israele sta combattendo una guerra per la propria sopravvivenza contro
gruppi terroristici islamici che lo attaccano e che si prefiggono l’obiettivo di
uccidere il maggior numero di ebrei al fine di costringere i rimanenti a lasciare
i territori dove insiste lo Stato di Israele e quindi abbandonare la regione
mediorientale.
Dopo le precedenti dure sconfitte subite nel secolo scorso, nessuno Stato
arabo confinante combatte apertamente Israele, tuttavia accolgono nei loro
territori bande armate che, spinte da motivi pseudo religiosi, senza indossare
uniformi ne rispettare alcuna regola, si nascondono tra le compiacenti
popolazioni locali che usano come scudi umani. Periodicamente e sovente lanciano
droni e razzi e compiono attentati terroristici ai danni del popolo di Israele.
Hamas è il gruppo terroristico che opera dalla Palestina e che si nasconde tra
la popolazione della striscia di Gaza, in tunnel scavati sotto ospedali, scuole e
civili abitazioni.
Tale popolazione protegge i terroristi di Hamas poiché ha interesse che gli
Israeliani vadano via per appropriarsi di un territorio una volta arido e
improduttivo ed oggi fertile e florido.
L’attuale guerra è iniziata il 7 Ottobre del 2023 quando alcune centinaia di
terroristi di Hamas penetrarono in territorio Israeliano e presero in ostaggio
civili inermi, dopo aver sgozzato e violentato donne e bambini.
Purtroppo Israele si trovò nella spiacevole condizione di dover reagire
colpendo i civili Palestinesi che occupavano le strutture sovrastanti i tunnel
per arrivare ad eliminare i terroristi, con la conseguenza mediatica di attirare
su di se l’avversione dell’opinione pubblica mondiale e di passare da
aggredito ad aggressore.
Inoltre Israele per combattere questa strana guerra, non riuscendo a
catturare e processare i capi delle bande terroristiche, è indotta ad abbatterli
per lasciare senza guida gli esecutori degli atti terroristi.
A seguito delle ostilità avviate da Hamas anche altri gruppi terroristici hanno
dato inizio ad analoghe attività verso Israele.
Hezbollà che opera dal confinante Libano, abitato in larga maggioranza da
islamici di fede sciita, e gli Huthi che dal lontano Yemen, anch’esso abitato in
maggioranza da sciiti, lanciano Droni e ostacolano il passaggio delle navi
commerciali nel mar Rosso per danneggiare l’economia di Israele e
dell’occidente che lo appoggia.
Queste le braccia che aggrediscono Israele, ma la mente rimane collocata in Iran che, pur
dichiarandosi non in guerra con Israele, incita, alimenta e rifornisce di armi e di
mezzi tali gruppi terroristici, ne accoglie e protegge i leader e ne vendica la
morte con lanci di missili.
Ma non tutti gli islamici sono contro la presenza di Israele in Palestina.
Il mondo arabo di fede islamica è per l’85 % sunnita e per il 15 % sciita,
entrambi pur credendo in Allah e nel suo profeta Maometto sono da sempre in contrasto tra loro per motivi dottrinali e per una diversa visione delle regole di civile convivenza.
Il paese leader degli islamici sunniti è l’Arabia Saudita mentre l’Iran con il 90
% di sciiti è il principale paese di fede sciita.
Gli sciiti, con in testa l’Iran, sono i principali avversari della presenza
Israeliana in Palestina, odiano a morte gli Ebrei e propendono per forme di
governo dittatoriali, mentre i sunniti, sono propensi a forme di governo
democratico ed aperti ad una pacifica convivenza con Israele.
Due giorni fa l’Iran ha lanciato 180 missili balistici su Israele per vendicare le
morti di Haniyeh, capo del gruppo terroristico di Hamas che opera nella
striscia di Gaza, e Nasrallah, capo dei terroristi di Hezbollah che operano in
Libano.
Poiché l’Iran non confina con Israele i missili lanciati per raggiungere Israele
devono necessariamente sorvolare lo spazio aereo di nazioni a prevalenza
sciita come l’Iraq e la Siria, ma anche di nazioni a prevalenza Sunnita come
l’Arabia Saudita e la Giordania.
Da organi di stampa si è saputo che sia l’Arabia Saudita sia la Giordania
hanno collaborato con le forze armate degli USA e degli UK permettendo di
abbattere nel loro spazio aereo una parte dei missili iraniani in transito verso
Israele, per ridurre il numero degli ordigni in arrivo a destinazione al fine di
non superare le capacità massime di individuazione ed abbattimento dei
sistemi antimissile Israeliani.
Tale lancio ha ufficializzato, di fatto, la guerra tra l’Iran e Israele e certamente
l’aggressore non è Israele che per ben due volte si è dovuto proteggere da
una pioggia di missili Iraniani.
In previsione che il prossimo attacco missilistico ad Israele possa essere
coordinato dall’Iran con Hezbollah, Hamas e Huthi con lanci contemporanei di
un maggior numero di missili balistici, razzi e droni, che renderebbe quasi
impossibile ai sistemi antimissile Israeliani intercettarli ed abbatterli tutti, il
premier Netanyahu si trova nella necessità di prendere l’iniziativa e di dover
rispondere con immediatezza e con una visione proiettata al futuro.
I siti nucleari Iraniani sono gli obiettivi più importanti poiché la loro distruzione
allontanerebbe il pericolo che l’Iran, continuando nel processo
dell’arricchimento dell’uranio, arrivi a costruire ordigni nucleari che oggi non
possiede.
Obiettivi difficili da distruggere con bombe da aereo poiché i siti nucleari
Iraniani sono in bunker a grandi profondità nel sottosuolo, ma gli Israeliani
posseggono una eccellente intelligence e capacità cibernetiche tali da riuscire
ad individuare gli accessi e i punti deboli di tali siti.
Staremo a vedere, in attesa di buone notizie sul fronte diplomatico di mezzo mondo, in ordine alla possibilità di porre fine a questo pericolosissimo conflitto alle porte dei nostri confini.